Punture dei parassiti dei tarli: cosa fare?

Cosa fare in caso di punture di parassiti dei tarli? Scopri perché curare una dermatite con un trattamento antitarlo!

Se scoprite sul vostro corpo segni di punture di insetto e non riuscite a spiegarvi quale possa essere la causa perché, magari, non è stagione di zanzare e non siete tornati da una gita in campagna, provate a considerare l’eventualità che i vostri mobili possano essere il centro di diffuse infestazioni da tarlo. In questo caso, quelle che avete appena scoperto sono punture dei parassiti dei tarli, il Pyemotes ventricosus oppure lo Scleroderma, comunemente definiti acari dei tarli. Ma, se questi insetti si nutrono di tarli, come arrivano ad attaccare l’uomo?

Le femmine gravide penetrano nelle gallerie scavate dai tarli nel legno, pungono le larve dei tarli Anobidi che, una volta paralizzate dal veleno, diventeranno il cibo delle larve neonate che fuoriusciranno dalle uova deposte dalla femmina sulle sue prede. Grazie a questo nutrimento, le larve potranno trasformarsi in adulti che, a loro volta, andranno alla ricerca di una nuova larva sulla quale insediarsi. La moltiplicazione di questi parassiti è agevolata dal riscaldamento invernale degli ambienti che, di conseguenza, porta a un incremento di questa attività, che spesso vede la fuoriuscita di questi parassiti dal legno e la loro dispersione nell’ambiente. È in questo momento che gli acari del legno vengono a contatto con l’uomo, pungendone ripetutamente braccia, gambe, petto e schiena. La reazione epidermica si manifesta dopo qualche ora con la formazione di bolle rosse, a volte molto numerose e ravvicinate tra loro, fonte di intenso prurito e, in alcuni casi, anche di febbre. Se a questo attacco si può far fronte con un’efficace cura antistaminica, per eliminare il problema dalla radice bisogna ricorrere a un accurato sopralluogo che evidenzi le infestazioni in atto e, successivamente, a un trattamento antitarlo che garantisca un’efficace eliminazione di questi insetti xilofagi da tutto l’ambiente.

A seconda del manufatto attaccato, è possibile optare per un trattamento antitarlo a microonde, uno termocontrollato, oppure per un sistema che consente l’abbattimento dei tarli tramite anossia. Il primo, particolarmente adatto per il trattamento di mobili antichi, parquet e boiserie, sfrutta l’energia elettromagnetica delle microonde per riscaldare i tarli fino a causarne l’eliminazione; il secondo metodo, invece, si applica a travi e tetti in legno, e consente di eliminare gli insetti xilofagi tramite innalzamento della temperatura; il terzo metodo, infine, si utilizza per beni di pregio, per cui si procede all’abbattimento dei tarli tramite sottrazione di ossigeno.

Così come la corretta cura della dermatite provocata dai parassiti dei tarli assicurerà una pronta guarigione a chi è stato bersaglio dell’attacco, allo stesso modo, solo un trattamento antitarlo efficace garantirà la completa disinfestazione dell’ambiente.