Museo Archeologico di Amelia

L’intervento del Centro Italiano Antitarlo per la disinfestazione del tetto in legno del Museo Archeologico del piccolo centro umbro

Luogo denso di storia, segnato da una figura iconica come quella di San Francesco, l’Umbria rappresenta una fonte di arricchimento inesauribile per chi decide di muoversi tra i suoi paesaggi ed i suoi borghi. Tra questi, Amelia ed il suo Museo Archeologico offrono una retrospettiva interessante sulla storia del territorio: dalla fase pre-romana, al fiorente periodo romano ed in particolare augusteo, nel quale Ameria divenne tra i più importanti municipi della regione, fino ad arrivare al periodo dell’Alto Medioevo.

Inaugurato nell’Aprile del 2001, ospitato nelle strutture di un convento francescano del XIII-XIV secolo, il museo raccoglie preziosi manufatti provenienti da scavi effettuati nella zona. Un percorso estremamente interessante, che trova il culmine nella statua bronzea del generale romano Nerone Claudio Druso, detto Germanico, armata di una corazza interamente decorata e alta oltre due metri.

Queste stanze della storia ci hanno visto all’opera con un trattamento antitarlo sull’intero tetto in legno dell’edificio: un intervento complesso e delicato al tempo stesso, vista l’estensione del manufatto su cui siamo intervenuti e la sua importanza storico-artistica. La disinfestazione è avvenuta senza l’utilizzo di sostanze chimiche che, oltre a danneggiare l’ambiente e l’uomo, avrebbero rappresentato un rischio per l’incolumità dei preziosi manufatti del museo. È stato grazie ai nostri sistemi brevettati ed ecosostenibili che siamo riusciti a garantire la riuscita del trattamento e, allo stesso tempo, il minimo impatto logistico: le opere sono sempre rimaste all’interno delle sale espositive e tutti gli ambienti sono tornati ad essere fruibili subito dopo l’intervento di disinfestazione.

Efficacia, efficienza e sostenibilità: tre proposte di valore concrete che rendono il Centro Italiano Antitarlo un punto di riferimento per musei e residenze storiche, all’interno delle quali siamo fieri di lavorare ogni giorno per la preservazione di quanto di più prezioso possa avere una nazione: la sua memoria collettiva.

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