Magazzino 18 – Civico Museo della civiltà istriana, fiumana, dalmata

Il contributo del Centro Italiano Antitarlo per riportare alla luce le masserizie del museo di Trieste

Quella contenuta nel Magazzino 18 del Civico Museo della civiltà istriana, fiumana, dalmata di Trieste è la storia della vita quotidiana di un popolo che, dopo la seconda guerra mondiale, ha dovuto abbandonare le proprie case rimaste fuori dai confini nazionali e si è ritrovato a vivere in più di 120 campi profughi in tutta Italia. Un dramma umanitario che ha toccato una civiltà, quella dell’Adriatico orientale, con una storia millenaria alle spalle e che ha vissuto il 1945 come il suo anno più terribile: quello del massacro e dell’esodo.

Le masserizie contenute nel museo rappresentano quindi il segno tangibile delle vite sospese, ciò che è rimasto di una vita quotidiana che è stata spezzata, una testimonianza concreta della storia. Questi oggetti sono stati conservati per decenni negli antichi magazzini del Porto vecchio di Trieste. Un intervento recente, a cui abbiamo avuto l’onore di contribuire, li ha salvati dal degrado evitando che la preziosa memoria storica di cui sono portatori andasse distrutta.

Il lavoro eseguito dal Centro Italiano Antitarlo ha riguardato la disinfestazione di oltre 2000 metri cubi di mobili, attrezzi, oggetti della quotidianità. Un trattamento lungo e accurato, che abbiamo condotto nel massimo rispetto dell’integrità di tutte le parti dei manufatti e delle loro finiture, senza gas nocivi che avrebbero potuto danneggiare persone e oggetti. Oltre ad assicurare l’eliminazione di tutti gli infestanti, il nostro intervento ha avuto l’obiettivo di proteggere i manufatti da eventuali altri attacchi e di migliorare l’idrorepellenza delle parti in legno, difendendole dall’umidità.

Grazie ad una nuova sistemazione, oggi le masserizie contenute nel Magazzino 18 sono tornate ad essere testimonianza di storia – un segno tangibile del passato, che è sempre più necessario ricordare per vivere il presente e costruire il futuro.

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