Grande successo per il ritorno del Cristo Crocifisso nella Chiesa dei Conventuali di Monte Sant’Angelo

In occasione del ritorno del Cristo Crocifisso nella Chiesa dei Conventuali di Monte Sant’Angelo, grande è il successo ottenuto per l’evento organizzato da CIART, grazie alla partecipazione di un vasto pubblico, che ha mostrato grande interesse per i lavori di disinfestazione e restauro a cui l’opera del ‘700 è stata sottoposta.

I lavori, commissionati da Padre Gianpaolo Lorusso e autorizzati e supervisionati dalla Sovrintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Antropologici di Bari, hanno trovato largo consenso tra i fedeli di Monte Sant’Angelo, particolarmente legati all’opera storicamente miracolosa.

Il ritrovamento di 42 ex voto devozionali, esposti per l’occasione in bacheche ai piedi dell’altare, testimoniano il legame con episodi miracolosi effettivamente accaduti.

Durante la presentazione, è intervenuta la D.ssa Valentina Perrone, che, in rappresentanza di CIART, ha illustrato i passaggi relativi al trattamento antitarlo Anossico Zero2®, applicato al Crocifisso per debellare definitivamente tutte le forme biologiche di tarli.

A seguire, la Restauratrice Lidia Rutigliano ha presentato le singole fasi di restauro a cui l’opera è stata meticolosamente sottoposta.

La calorosa accoglienza dei fedeli ed il notevole afflusso di gente hanno dato grande risalto all’importanza storica e artistica dell’opera.

Durante l’evento, molti sono stati i complimenti e i riconoscimenti che CIART ha ricevuto, in primis da Padre Gianpaolo Lorusso e dalla Sovrintendenza per i Beni Storici Artistici ed Antropologici di Bari, che hanno seguito con accuratezza i lavori e si sono detti soddisfatti per la realizzazione finale, e dalle autorità competenti di Monte Sant’Angelo e delle zone limitrofe.

Con grande orgoglio CIART è pienamente gratificata per i risultati ottenuti ed è fiera di aver messo a disposizione di un’opera d’arte così prestigiosa le proprie competenze ed esperienza.

Documentazione fotografica dell’evento

Articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 26/01/2013